La recente sentenza del Tribunale di Napoli (n. 4247/2025) è tornata ad occuparsi di licenziamento del disabile per superamento del periodo di comporto.
Il caso: un lavoratore disabile, assente da oltre 360 giorni per gravi motivi di salute, viene licenziato per superamento del periodo di comporto.
Il tribunale, respingendo il ricorso, ha chiarito un principio fondamentale: ritardare il licenziamento può rappresentare un ragionevole accomodamento per evitare discriminazioni indirette.
Anche in assenza di una disciplina contrattuale specifica, il datore che attende più del dovuto (nel caso specifico: oltre il doppio del comporto previsto dal CCNL) dimostra attenzione alla disabilità del lavoratore, evitando così possibili contestazioni di discriminazione.
Un messaggio chiaro per HR e consulenti: Applicare in modo automatico le regole sul comporto può essere discriminatorio.
Serve una valutazione personalizzata e, in molti casi, un allungamento ragionevole del periodo di assenza prima del licenziamento.
Attenzione però: la giurisprudenza lascia spazio alla discrezionalità dei giudici. Motivo per cui serve un intervento deciso della contrattazione collettiva per definire criteri certi e condivisi.