Ancora un’applicazione della L. 199 a un settore diverso da quello agricolo, in questo caso una cooperativa sociale.
La Cassazione chiarisce la nozione di “stato di bisogno”.
“… secondo l’interpretazione oramai consolidata della giurisprudenza di legittimità, formatasi relativamente ad altri istituti, lo stato di bisogno va identificato non con uno stato di necessità tale da annientare in modo assoluto qualunque libertà di scelta, ma come un impellente assillo e, cioè una situazione di grave difficoltà, anche temporanea, in grado di limitare la volontà della vittima, inducendola ad accettare condizioni particolarmente svantaggiose (v., tra le tante, Sez. 2, n. 10795 del 16/12/2015 ud.- dep. 15/03/2016, Rv. 266162 – 01). Risulta, quindi, del tutto corretta l’opzione interpretativa seguita nel provvedimento impugnato, che ha ravvisato nella condizione delle vittime (non più giovani e/o non particolarmente specializzate e, quindi, prive della possibilità di reperire facilmente un’occupazione lavorativa) una condizione di difficoltà economica capace di incidere sulla loro libertà di autodeterminazione a contrarre.”
Avv. Francesco Stolfa
Studio Legale Associato Stolfa Volpe