Il presidente Stella in audizione al Senato promuove l’eliminazione dei codici Ateco e chiede interventi più equi. Insufficienti le risorse per l’esonero contributivo. Bene le procedure di accesso semplificate, ma «inaccettabile che solo i professionisti siano vincolati al regime di adempimenti e sanzioni, senza alcun riguardo alla loro condizione di salute».
Sì con riserva al Decreto “Sostegni”. È il giudizio espresso oggi da Confprofessioni davanti alle Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato nel corso dell’audizione sul Disegno di legge S. 2144 “Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41. «Sicuramente positiva la decisione di abbandonare i codici Ateco – strumenti obsoleti che oggi non rispecchiano più la realtà delle attività economiche e professionali – che consente a professionisti e lavoratori autonomi di accedere alle risorse a fondo perduto, parametrate all’effettivo calo dei fatturati», dichiara il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. «Un cambio di rotta che va nella direzione dell’equità tra le categorie e della semplificazione delle procedure. Va però messo in campo un intervento perequativo a favore dei professionisti, che – a parità di danni economici subiti – hanno complessivamente ricevuto ristori notevolmente inferiori rispetto alle altre categorie».
Secondo Confprofessioni, infatti, i prossimi provvedimenti annunciati dal Governo dovranno erogare tempestivamente risorse «proporzionate ai danni effettivamente subiti, calcolati sul calo del reddito». Dubbi anche sulle somme stanziate per garantire l’esonero parziale dei contributi previdenziali. L’aumento previsto di 1,5 miliardi di euro, sottolinea Confprofessioni, arriverebbe a coprire solo un sesto della platea di professionisti iscritti alle Casse e dai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni Inps, tra cui i professionisti iscritti alla Gestione Separata. «Senza un ulteriore incremento dello stanziamento» afferma Stella «si corre il rischio che l’ammontare dell’esonero contributivo pro capite risulti decisamente più basso rispetto alle aspettative».
Sullo stralcio delle cartelle esattoriali, Confprofessioni chiede di aumentare il limite dei 5 mila euro per redditi non superiori a 30 mila euro previsto dal decreto, per venire incontro alla popolazione con redditi medio-bassi. Sul fronte del lavoro, positiva la proroga degli ammortizzatori sociali, che riguarda anche i dipendenti degli studi professionali. «Un passaggio fondamentale» dice Stella «per programmare i periodi di sospensione ed eliminare così incertezze sulle tutele a disposizione di datori di lavoro e lavoratori».
Apprezzamento anche per le procedure di accesso alle misure previste dal “decreto Sostegni”, che «vanno nella direzione di una maggiore razionalizzazione delle misure e di semplificazione degli adempimenti, come più volte auspicato anche da ConfProfessioni». Bene le integrazioni salariali che scatteranno dal prossimo 1° luglio, che saranno effettuate attraverso il flusso “Uniemenscig”, ma «potrebbe essere utile semplificare ulteriormente la domanda prevedendo un unico modello di riferimento per la richiesta delle singole misure».
Dure critiche, invece, sulla mancata proroga dei termini degli adempimenti di competenza dei professionisti la cui scadenza coincide con il periodo di malattia e quarantena da COVID-19. «Il decreto sostegni amplia la rete di tutele e protezioni a tutte le fasce di lavoratori», conclude Stella, «ma è incredibile che nel pieno di una pandemia così drammatica, gli unici soggetti vincolati al consueto regime di adempimenti e sanzioni siano i professionisti, senza alcun riguardo alla loro condizione di salute».